PIAZZA CARICAMENTO E SOTTORIPA
Se chiudo gli occhi ricordo ancora i profumi provenienti dalle cucine e le voci che sentivo quando, con mio papà, andavo a fare un giro nei “vicoli” per comprare la frutta secca da Armanino o il pesce in Sottoripa.
Di solito passavamo per via San Luca, un tripudio di colori e di negozi di tutti i generi, dove si sentiva l’allegro vociare dei commercianti.
Mi ricordo: il negozio “delle radio” dove mio papà comprava tutti i piccoli elettrodomestici, l’oreficeria “Donatella”, Armanino che ancora oggi è un punto di riferimento per noi genovesi, un richiamo irresistibile per i golosi: frutta secca, mostarde, cioccolate e marmellata ma anche e soprattutto da sempre conosciuto per le spezie che qui arrivavano da ogni parte del mondo.
Sottoripa con i suoi portici, tra i più antichi d’Italia, costruiti tra il 1125 e il 1133 per volere dei Consoli Genovesi. La piazza Caricamento, che si apre davanti a Sottoripa, (già Piazza Banco San Giorgio), arrivò molto tempo dopo rispetto alla costruzione dei portici e più precisamente, quando l’area divenne stazione terminale del prolungamento ferroviario della Torino Genova (attorno al 1850) e quindi punto di carico e scarico delle merci.
Nella piazza si affaccia Palazzo San Giorgio (ex palazzo delle Compere), sede del primo Istituto Finanziario al mondo (“ripulito” da tutti gli ori e i denari con l’avvento di Napoleone al potere e successivamente sciolto).

Portici che erano il fulcro della vita commerciale della città con i numerosi alberghi, le friggitorie e i negozi di ogni tipo, ma soprattutto trattorie e ristoranti quali:
il Ristorante San Giorgio, un modesto locale con camere affittate di volta in volta a marittimi e commercianti famoso soprattutto per la cucina e, in particolare, per i carciofi alla Cristoforo Colombo la cui ricetta purtroppo non è mai stata trovata anche se, leggenda vuole, che sia stata ceduta ad un cuoco famoso;
la trattoria “A Scià Carlotta” famosa per la sua torta pasqualina e per le lattughe ripiene in brodo;
la trattoria del “Dria” e la trattoria della Pina, famosi per i ricchi fritti di pesce.
Tra gli alberghi il famoso Hotel Smith che ospitava un folto numero di inglesi i quali venivano qui attirati dalla stimolante vista sul Porto – con il traffico tipico e affascinante di una vivace città di mare .
Di storia un po’ più recente invece, la friggitoria Carega con il baccalà fritto e le panissette.
Nella piazza si affaccia Palazzo San Giorgio (ex palazzo delle Compere), sede del primo Istituto Finanziario al mondo (“ripulito” da tutti gli ori e i denari con l’avvento di Napoleone al potere e successivamente sciolto).
Il Palazzo nella metà del 1300 fu sede della Dogana e quest’oggi ospita la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del mar Ligure Occidentale.
Infine, per deliziare il Vostro palato, Vi lascio con la ricetta dei mitici “frisceu”
La dose è per 4 persone:
- 600 g di farina,
- 25 g di lievito di birra,
- 2 uova,
- 4 dl. di acqua tiepida,
- foglie verdi di lattuga, foglie di borragini o altra insalata verde,
- cipolline,
- olio EVO, sale.
Ponete in una terrina il lievito e stemperatelo con un po’ di acqua tiepida, unite le uova e via via la farina e l’acqua rimasta; salate e amalgamate bene facendo attenzione che non si formino grumi.
Dividete il composto in tre ciotole e incorporate in ognuna una qualità diversa di verdura, amalgamatele bene all’impasto e mettetele in luogo caldo a lievitare.
Quando l’impasto sarà lievitato (due volte l’impasto iniziale), mettete a scaldare abbondante olio in una padella a bordi alti. Quando l’olio sarà sufficientemente caldo mettete delle cucchiaiate di impasto finchè non sarà bello dorato. Salate e servite all’istante.
Accompagnate con un bicchiere di bianchetta sarà un ottimo aperitivo.


Frisceu e bianchetta