L’associazione “Famiglie storiche” dell’Amarone ha un nuovo presidente: è Pierangelo Tommasi, direttore esecutivo del gruppo Tommasi Family Estates, che subentra ad Alberto Zenato.
Nata nel 2009, l’associazione “Famiglie Storiche” riunisce tredici importanti famiglie che, da generazioni, coltivano le preziose uve dalle quali nasce l’Amarone: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato.

Tredici cantine storiche che da generazioni producono vini apprezzati in tutto il mondo, Amarone in primis, e che promuovono la Valpolicella in tutto il mondo.
Dal 2010 l’Antica Bottega del Vino, è di proproetà dell’Associazione. Un locale storico nel centro di Verona la cui presidente è la vulcanica Maria Sabrina Tedeschi (titolare dell’omonima azienda), una tappa obbligatoria per chi ama il mondo del vino.
Il locale è suggestivo ed accogliente e la proposta dei vini è davvero ampia, se siete a Verona fateci un salto, qui si mangia e si beve davvero bene.


La Valpolicella
E’ difficile trovare una zona così complessa ed incantevole come la Valpolicella, con le sue colline illuminate dal sole e i chiaroscuri delle “marògne”, i caratteristici muretti a secco di sassi a vista che delimitano le stradine di campagna e i terrazzamenti di viti e ulivi; in primavera il bianco dei fiori di ciliegio si fonde al verde dei vigneti e a quello argenteo degli ulivi secolari creandopaesaggi da fiaba.



L’unicità dei vini della Valpolicella nasce proprio qui in queste colline accarezzate dal sole, dove le particolari condizioni climatiche e la tessitura del terreno contribuiscono alla realizzazione di vini estremamente complessi; i fatto ci sono delle differenze piuttosto marcate tra i vari territori, relativamente alle zone di produzione.
L’Amarone della Valpolicella, vanta una storia antica che inizia nel quarto secolo dopo Cristo.
Cassiodoro uno dei primi esperti enologici e ministro di Teodorico re dei Visigoti, in una lettera ad alcuni proprietari terrieri della Valpolicella, chiedeva di avere per la mensa regale il vino ottenuto con una speciale tecnica d’appassimento delle uve, chiamato Acinatico e definito “mosto invernale, freddo sangue delle uve”, primo antenato del vino “Amarone della Valpolicella” che descriveva con queste parole “regio per colore, denso e carnoso, porpora bevibile di soavità incredibile”.
Tracce della predilezione per questo vino e per le uve che lo producono si ritrova anche nell’Editto di Rotari che stabiliva pene molto severe per chi arrecava danno alle viti e multe salate per chi rubava i grappoli.
La denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
Amarone della Valpolicella, Amarone della Valpolicella Valpantena, Amarone della Valpolicella Riserva
La Zona di Produzione del Vino DOCG Amarone della Valpolicella è localizzata in:
provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Marano, Fumane, Negrar, S. Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Dolcè, Verona, S. Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese, S. Mauro di Saline e Montecchia di Crosara.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Amarone della Valpolicella Classico è localizzata in:
provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Fumane, Marano, Negrar, Sant’Ambrogio e S. Pietro in Cariano.
La Zona di Produzione del Vino DOCG Amarone della Valpolicella Valpantena è localizzata in:
provincia di Verona e comprende il territorio dei comuni di Grezzana, limitatamente alla frazione di Stallavena, e Verona, limitatamente alle frazioni di Marzana, Quinto di Valpantena, Santa Maria di Stelle, San Felice Extra.
I vitigni che concorrono alla realizzazione dell’Amarone della Valpolicella classico e delle altre tipologie di Amarone sono :
- la Corvina Veronese vitigno principale dell’uvaggio (ammessa presenza di Vitigno Corvinone per max 50%)
- 5-30% Vitigno Rondinella
- 25% a) Vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nella provincia di Verona nella misura massima del 15%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato; b) Uve a bacca rossa prodotte da Vitigni autoctoni italiani coltivati nella provincia di Verona, per il rimanente 10%.
La vinificazione dell’amarone prevede come si sa, l’utilizzo di uve appassite tuttavia è indispensabile un’attenta e scrupolosa selezione delle uve già nel vigneto e la raccolta viene fatta a mano proprio per agevolare la scelta delle uve, mettere nei “fruttai” troppe uve o uve non troppo perfette comprometterebbe il risultato finale.
Le uve non vengono pigiate fresche ma parzialmente disidratate, questo processo è usato per concentrare naturalmente gli zuccheri dell’uva ed è impiegato esclusivamente per ottenere vini dolci. L’Amarone è un vino passito ma secco, “amaro” appunto, proprio per questo è unico, o quasi, nel suo genere. Solo un altra DOCG italiana è prodotta con questa tecnica, lo Sforzato (o Sfursat) della Valtellina, ottenuto da uve Nebbiolo appassite.
Dopo la vendemmia, le cassette di uva appena raccolta vengono impilate e riposte in apposite stanze chiamate “fruttai“ che sono solitamente posizionate all’ultimo piano della cantina, con soffitti alti e grandi finestre per consentire la massima aereazione, nel caso in cui non vi siano finestre si usano dei grandi ventilatori.
Le uve restano qui per un periodo variabile (circa 100 -120 giorni di cure e controlli costanti) durante i quali l’aria, circolando, disidrata gli acini, fino al raggiungimento di almeno 14°.
In qualche cantina storica (come Tommasi), le uve vengono ancora distese ad appassire nelle “arele“, una sorta di graticci di bambù che venivano utilizzati per l’allevamento dei bachi da seta.

Dopo 3 mesi e mezzo di appassimento le uve perdono circa il 40% del loro peso, per produrre una bottiglia di Amarone serve circa il doppio della quantità di uva necessaria per gli altri vini.
L’Amarone della Valpolicella prima di essere immesso al consumo deve essere sottoposto ad un invecchiamento di almeno due anni (a partire dall’anno successivo alla vendemmia), nella tipologia “Riserva” di almeno quattro anni.
L’affinamento avviene tradizionalmente in grandi botti di rovere di Slavonia dai 25 ai 50 hl, alcuni produttori utilizzano barrique da 225 lt o tonon 500lt di rovere francese che conferiscono al vino note di vaniglia, o americane che rilasciano note più speziate e affumicate.
Per la degustazione di un vino così vigoroso ideali sono i formaggi stagionati, perfetto poi in abbinamento a piatti di cacciagione e secondi elaborati, ma l’Amarone è anche un vino da meditazione da sorseggiare leggendo un libro.
Temperatura di servizio: 17/20°
Una curiosità : il nome Valpolicella secondo alcuni deriverebbe dal latino “Vallis-polis-cellae” che significa “Valli dalle molte cantine”.