Per molti secoli il Carnevale a Genova ha rappresentato il periodo festivo di maggior rilevanza.
A partire dal 17 gennaio, giorno d’inizio dei festeggiamenti, la città appariva gioiosa e il carattere “introverso” dei genovesi sembrava scomparire; nei teatrini della città si svolgevano balli e rappresentazioni di ogni tipo e nei Palazzi, uno su tutti Palazzo Giustiniani (uno dei bellissimi Palazzi dei Rolli di Genova), qui venivano organizzate esclusive feste in maschera riservate principalmente all’Alta Società.
Nelle vie del centro sfilavano bizzarre “carrozze” allestite perlopiù dalle famiglie nobili.
Dalle “carrozze” si passò poi negli anni seguenti al “Carrosezzo” ( più o meno attorno alla metà del Secolo scorso), una sfilata di carri con personaggi chiassosi e originali che arrivavano da tutta Italia.
Maschere classiche quali Arlecchino e Pulcinella, affiancati dalle maschere genovesi: il “Paisan” e il “Marcheize” i quali sfilando, raccontavano divertenti aneddoti sulle rispettive classi sociali; il “Megu” con il grande librone sottobraccio e una lunga veste nera, la Balia la figura più “originale” e divertente in quanto interpretata da ragazzotti con tanto di cuffietta in testa e grembiulone di pizzo.
Chissà come era vivace la nostra città in quei giorni !
Di grande importanza in questo periodo era l’aspetto gastronomico:
molti i piatti a base di carne di maiale, immancabili poi i ravioli col “tuccu” e d’obbligo naturalmente le tradizionali bugie di cui Vi lascio la ricetta proprìo come le faceva la mia mamma- :

Bugie (Böxïe)
Ingredienti:
- 500 g di farina
- 100 g di zucchero semolato
- 50 g di burro
- 3 uova
- un bicchiere di vino bianco secco
- olio Evo
- zucchero a velo
- 1 bustina di vanillina
Procedimento
Mettete sul piano di lavoro la farina, formate una fontana e versate nell’interno lo zucchero, le uova e il burro ammorbidito in precedenza con un goccio di vino bianco.
Amalgamate il tutto aggiungendo se necessario, altro vino onde ottenere un impasto bello morbido e omogeneo, quando sarà pronto lasciatelo riposare mezz’ora in frigorifero, trascorso questo tempo stendete con il mattarello una sfoglia alta 1/2 cm circa.
Con la rotella dentata ricavate rombi e strisce allungate ma sempre romboidali e annodatele in una specie di treccia.
Friggete con olio ben caldo, sgocciolate, asciugate con carta assorbente e spolverizzate con zucchero a velo al quale avrete unito la vanillina.
In abbinamento ho scelto il fresco e profumato Moscato Fior d’Arancio Caferro che sta benissimo con le bugie!
Nomi diversi in tutte le regioni
Piemonte: si chiamano bugie come in Liguria e l’abbinamento consigliato è il Moscato d’Asti con la sua freschezza aiuta a mitigare la dolcezza;
Toscana: le chiacchiere toscane si chiamano “cenci” e si servono con un bicchiere di Vin santo;
Veneto: qui sono chiamati “galani“, cioè “fronzoli”, e hanno la forma di un fiocco intrecciato, a Treviso si chiamano “crostoli”, il Recioto è l’abbinamento perfetto;

Abruzzo: sono chiamate “cioffe” e si mangiano bevendo un bicchierino di grappa;
Calabria: “crustuli”, “frappe” o “guanti” saranno ottimi con il Moscato passito di Saracena;
Campania: conosciute come chiacchiere napoletane, sono usate per accompagnare il sanguinaccio;
Emilia Romagna: le chiacchiere emiliane sono chiamate “sfrappole” sfoglie prelibate, fritte nell’olio o nello strutto; gli “intrigoni” sono tipici del reggiano, (detti anche intrigòun); le “frittelline” sono legate alla cucina povera delle campagne romagnole, si possono abbinare ad un bicchiere di Albana di Romagna passito;
Marche: qui si chiamano “sfrappe” vengono “condite” con miele e alchermes e sono perfette con un bicchiere di Vernaccia di Serrapetrona;
Puglia: ed eccoci alle “bugie pugliesi“, vengono preparate con il vino bianco frizzante, e molto diffuse in Salento abbinamento con il Moscato Liquoroso di Trani dolce e lievemente aromatico;
Sardegna: le chiacchiere sarde sono chiamate “Is Meraviglias“, sono molto friabili nel loro impasto viene utilizzato lo strutto in questo caso l’abbinamento con un Vermentino Sardo può essere la soluzione migliore;
Sicilia: le “chiacchiere di carnevale siciliane” spesso sono al pistacchio e con nell’impasto il vino Marsala, e, per aromatizzarle, si utilizza la buccia di limone o di arancia. Mi piace l’accostamento con il Passito di Pantelleria.